Il Forum di Planet2084
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- DiscussioneRecentemente ho letto l'articolo del professor Michael Lowy (clicca all'articolo ECOSOCIALISMO E/O DECRESCITA? ) che ho trovato davvero molto ben elaborato con un'analisi critica del sistema attuale molto puntuale . A tale riguardo voglio condividere alcune considerazioni al fine di un proficuo confronto Riguardo il rapporto tra ecosocialismo e movimenti per la decrescita l'articolo sembra propendere per la tesi che si tratti di due espressioni diverse della sinistra ecologica elencando sia i punti di convergenza che di differenza. Questa tesi non mi è sembrata molto convincente. Si dice che sia ecosocialismo che movimenti per la decrescita concordano sulla necessità di una riduzione della produzione e del consumo di beni per evitare il collasso ecologico. In tal senso mettono la tutela del bene comune ambiente prima degli interessi del capitale e del lavoro. Sotto questo profilo sia capitalismo che socialismo tradizionale ( verso il quale anche gli ecosocialisti sono fortemente critici) hanno condiviso un fine produttivista fornendo semmai soluzioni differenti rispetto alla destinazione del plusvalore. Questa è la ragione per cui più che parlare di due movimenti alternativi sarebbe più corretto parlare di ecosocialismo come la soluzione socialista all'interno dei movimenti della decrescita. La seconda considerazione riguarda la presunta contrapposizione tra movimento per la decrescita e ecosocialismo rispetto al ruolo del progresso tecnico . In realtà nella grande famiglia della decrescita convivono effettivamente movimenti che hanno una visione critica del progresso tecnologico ritenuto lo strumento principale "storico" del capitale per abbassare i costi di produzione, per aumentare i profitti , marginalizzare il lavoro , "creare" nuovi beni e servizi che incentivino il consumo seriale e , attraverso la pubblicità, modifichino le abitudini di una popolazione. Allo stesso modo ne esistono altri che ne valutano la positività se destinate a ridurre l'impatto ambientale a parità di benessere (puntano più su una decrescita selettiva del PIL cfr. Pallante) La terza questione riguarda il rapporto tra transizione ecologica e libertà individuale : se condividiamo l'urgenza di un cambiamento come possiamo conciliarla con la libertà di scelta individuale su come soddisfare i propri bisogni? Si dice che la pubblicità commerciale persuasiva andrebbe abolita per far emergere i veri bisogni e rendere l'uomo realmente libero. Tuttavia l'articolo del prof Lowy offre soluzioni , a mio giudizio, troppo vaghe e "diplomatiche" per essere considerate adatte all'urgenza di un cambiamento ( ...... "sarà compito della pianificazione democratica, in una prospettiva ecosocialista, liberata dagli imperativi del capitale e del profitto, risolverle, con una discussione pluralista e aperta, che porti ad un processo decisionale da parte della società stessa".). Si tratta di questioni "spinose" che un ecosocialista non può non affrontare.0
- DiscussioneFinalmente qui nel Forum. La chat costringe a severe, approssimate sintesi o a inopportuni lunghi contributi, ma soprattutto sommerge e nasconde le informazioni, le proposte organizzative, ecc. per le quali è stata aperta. RIPORTO I CONTRIBUTI ALL’INTERESSANTE DISCUSSIONE NATA IN CHAT (ho preso le parti più significative degli interventi, spero di averlo fatto bene! In caso contrario, me ne scuso) Al termine un mio primo commento, forse più una provocazione, su questo Forum accettando l'invito di Valeria a far diventare questa discussione fonte di un futuro documento di Planet 2084. Giorgio rispetto al COVID, a mio giudizio dovremmo prestare attenzione allo sfruttamento capitalistico che purtroppo fa leva sulle paure per giustificare qualsiasi restrizione della libertà e "giustifica" una serie di spese che andranno a finanziare i capitalisti della sanità, del settore farmaceutico di turno. Sara: sono perfettamente d’accordo con la tua lettura! Il problema è che come lo si dice di viene tacciato di negazionismo! Invece bisogna tenere insieme le 2 cose: il virus esiste certamente! E viene utilizzato da forti interessi economici e sociali Peppe Credo che in questo momento di “sensibilità “ e confusione nella gente, cavalcare questo argomento e isolarlo dalle altre problematiche si rischia di intraprendere un percorso “impervio” soggetto a speculazioni da parte del “sistema” Ugo Il virus, così come il cl.change, mette in crisi la produttività del sistema. Colpito al cuore, mostra tutti i suoi limiti, è svelato. Più che impegnarsi nella ennesima conferma/denuncia, meglio agire con concrete/comunitarie azioni di risposta rivolte ai più disagiati/colpiti che, come sempre, più pagano. X es.: la casa di Planet, il progetto "infermieri, … https://www.money.it/OMS-smettere-di-usare-lockdown-misura-controllo-coronavirus il sistema difende se stesso e accetta le morti dei più deboli, prova solo a contenerle, non le evita. Qual'è la risposta ecosocialista? In particolare: Delineato un mondo diverso (x es. Decologo), come si passa il guado (transizione)? Sara Il virus mette in crisi la produttività del sistema certo! ma è un rischio calcolato! La crisi della produttività è una tappa inevitabile per superare una più profonda crisi economica in atto. Si sa che le crisi economiche si superano con le guerre o con le pandemie. Da manuale. Il sistema non è colpito al cuore. Sembra. Solo le persone, la massa è colpita al cuore. Ma il sistema rimane intatto, si ricrea. Era l’unico sistema possibile per non crollare. Flavia non sono del tutto convinta che la creazione di un numero di disoccupati così importante sia del tutto gestibile. se non in dittatura, Sara Più gestibile sicuramente di quanto non lo sarebbe una massa lavoratrice lo stesso senza lavoro - le risorse sono finite e la crisi economica era già in atto- e senza la scusa del virus ! Allora il rischio sarebbe veramente grosso: un possibile cambiamento di paradigma. Credo che il concetto di pandemia per rafforzare il sistema capitalistico rimanga innominabile anche a sinistra per paura di questa strumentalizzazione. Nando Ecosocialismo o BARBARIE significa che il capitalismo in assenza di una alternativa complessiva andra' věrso la BARBARIE con Governi e pratiche reazionarie QUESTI I CONTRIBUTI FINORA ARRIVATI IN CHAT Ugo Il “virus dalle ali d’acciaio” diffonde in modo esponenziale nella specie umana. Approfitta del come è organizzata, indifferente a quali interessi o persone va a colpire. La pandemia c’è, non è la prima, altre ce ne saranno, generate dall’assedio delle megalopoli sulle foreste, sembra. Al pari della crisi climatica e dei “tipping points” sfiorati, il virus svela (più facile da leggere) l’incostrastato dominio dell’Economia sulla Politica. Quanto è utile ancora dibattere sul fatto che il Sistema (capitalistico) tenti di utilizzare anche la pandemia per prolungare se stesso? O meglio, la sua agonia, facendola pagare prima di tutto ai più indifesi? Che il futuro sia la barbaria è ancora una denunzia, sacrosanta, ma non una risposta. Il “rischio” del cambio di paradigma è IL “loro” problema, ce l’hanno chiaro! Che sia papa Francesco a scrivere due tentando di chiarire e rispondere (cercando ancora soluzioni “interne” al Sistema) la dice lunga sulla gravità della situazione. Chiudo. Secondo me, Planet dovrebbe stimolare il dibattito “ecosocialista” su chi, con quali strategie, con quali proposte, con quali azioni, si attua il necessario e urgente “cambio di paradigma” Altro enorme quesito, ripeto, come si passa il guado della Transizione? Il “quando” e il “come” sono definiti: sono il virus e i “tipping points” del pianeta a dettarli.0
- DiscussioneCiao amici, cerco consigli! Quello che vedete è il mio microbalcone. Soffro molto per la sua piccolezza e la sua orrenda esposizione a nord est, ma negli anni, sacrificando sperimentalmente molte piante, sono riuscita a farci crescere cose, anche i pomodori. Come immaginate a fine stagione bisogna levare tutto, e io mi dispiaccio a buttare le fratte nelle buste. Ricordo con gli occhi a cuore la postazione di compostaggio nel giardino di Marco e mi chiedo: in uno spazio così ridotto come si può creare una micro postazione di compostaggio a contatto con il terreno? Secondo voi in un volume minimo è possibile creare le condizioni per innescare le reazioni adatte a produrre terriccio dagli scarti vegetali?1